Nell’estate 2022 le figlie del dott. Mario Magnani, scomparso nel 2017, proposero di donare alla Scuola di Storia della medicina dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Rimini una collezione di periodici storico-medici presenti nella biblioteca paterna.
- La medicina nella storia, nell’arte, nel costume – una pubblicazione a fascicoli mensili (36, eccezionalmente completi di copertina) di una grande opera enciclopedica del verucchiese d’origine Adalberto Pazzini (1898-1975), èdita negli anni 1968-1970 – è stata donata nel 2023 alla Biblioteca comunale “Don Milani” di Verucchio, che raccoglie testi e documenti di questo suo celebre concittadino.
- 40 numeri (dal 196 al 247, anni 1963-1970) de «L’illustrazione del medico. Rassegna mensile di arte, lettere e medicina» – una importante rivista pubblicata a Milano a cura dei Laboratori farmaceutici D. Maestretti dall’ottobre 1933 al dicembre 1970 – sono stati invece donati nello stesso anno alla Scuola di Storia della medicina. Le riviste, integrate tramite acquisto di alcuni numeri mancanti, sono state messe a disposizione di iscritti e studiosi.
«L’Illustrazione del medico»
Rassegna mensile edita dai Laboratori Farmaceutici Maestretti
Direttore responsabile: Tito A. Spagnol (fino al n. 222), Carlo Munari (dal n. 223).
Ogni numero contiene: «Note di terapia» (solo i nn. 196 e 197), «Letture» (articolo di fondo), «Segnalibro» (recensioni, nn. 196-197 e dal n. 210), «Fusi orari» (notizie dal mondo; dal n. 220 sostituite da «Arte antiquariato collezionismo»), «I grandi malati»; un racconto illustrato a firma – tra gli altri – di Giovanni Arpino, Carlo Cassola, Gianna Manzini, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Michele Prisco, Tito A. Spagnol; arte, grandi musei e altri itinerari turistici (con riproduzioni a colori); articoli di musica e spettacolo, attualità, biologia, gastronomia; «Narratori stranieri», «Arsenico e morfina» (curiosità dalla stampa, massime e aforismi), «Specialità dei Laboratori Maestretti».
Nel testo compaiono numerose inserzioni pubblicitarie di farmaci.
Solo nei numeri 207, 209, 215, 220 sono conservate le tavole pubblicitarie fuori testo Capolavori dell’arte del ritratto, con riproduzioni di dipinti celebri.
Numeri disponibili:
- Anno XXX – n. 196 – Febbraio 1963
- Anno XXX – n. 197 – Marzo 1963
- Anno XXX – n. 198 – Aprile 1963
- Anno XXX – n. 199 – Maggio 1963
- Anno XXX – n. 200 – Settembre 1963
- Anno XXX – n. 201 – Ottobre 1963
- Anno XXX – n. 202 – Novembre 1963
- Anno XXXI – n. 203 – Gennaio 1964
- Anno XXXI – n. 204 – Febbraio 1964
- Anno XXXI – n. 205 – Aprile 1964
- Anno XXXI – n. 206 – Maggio 1964
- Anno XXXI – n. 207 – Agosto 1964
- Anno XXXI – n. 208 – Ottobre 1964
- Anno XXXI – n. 209 – Novembre 1964
- Anno XXXI – n. 210 – Dicembre 1964
- Anno XXXII – n. 211 – Gennaio 1965
- Anno XXXII – n. 212 – Febbraio 1965
- Anno XXXII – n. 213 – Marzo 1965
- Anno XXXII – n. 214 – Maggio 1965
- Anno XXXII – n. 215 – Settembre 1965
- Anno XXXII – n. 216 – Novembre 1965
- Anno XXXIII – n. 217 – Gennaio 1966
- Anno XXXIII – n. 218 – Febbraio 1966
- Anno XXXIII – n. 219 – Marzo 1966
- Anno XXXIII – n. 220 – Giugno 1966
- Anno XXXIII – n. 221 – Settembre 1966
- Anno XXXIII – n. 222 – Novembre 1966
- Anno XXXIV – n. 223 – Gennaio 1967
- Anno XXXIV – n. 224 – Febbraio 1967
- Anno XXXIV – n. 225 – Marzo 1967
- Anno XXXIV – n. 226 – Maggio 1967
- Anno XXXIV – n. 227 – Settembre 1967
- Anno XXXIV – n. 228 – Ottobre 1967
- Anno XXXV – n. 229 – Gennaio 1968
- Anno XXXV – n. 230 – Febbraio 1968
- Anno XXXV – n. 231 – Marzo 1968
- Anno XXXV – n. 232 – Maggio 1968
- Anno XXXVI – n. 237 – Marzo 1969
- Anno XXXVI – n. 239 – Agosto 1969
- Anno XXXVII – n. 241 – Gennaio 1970
- Anno XXXVII – n. 242 – Febbraio 1970
- Anno XXXVII – n. 243 – Marzo 1970
- Anno XXXVII – n. 244 – Maggio 1970
- Anno XXXVII – n. 245 – Luglio 1970
- Anno XXXVII – n. 246 – Ottobre 1970
- Anno XXXVII – n. 247 – Dicembre 1970
Per consultazione o richieste di riproduzioni è possibile contattare la Segreteria dell’Ordine: 0541.382144,
Mario Magnani (1933-2017)
L’“essere medico”, molto più che il “fare il medico” definiva l’identità di Mario Magnani.
Nato nel 1933 in un’umile famiglia cesenate – il padre maniscalco e la madre casalinga – aveva voluto con tutte le sue forze dare compimento alla sua vocazione personale: concluso il liceo classico e con scarsi mezzi economici, aveva frequentato i sei anni di università svegliandosi tutti i giorni alle quattro di mattina per andare in treno a Bologna a frequentare le lezioni e lavorando tutte le estati allo zuccherificio di Cesena per potersi mantenere agli studi senza pesare sulla famiglia. Si era laureato comunque regolarmente senza finire fuori corso e aveva intrapreso la professione che aveva scelto non come mezzo per far carriera o arricchirsi, ma come modo personale di mettersi a servizio della società. La solida formazione cattolica ricevuta all’Istituto Lugaresi di Cesena e la lunga militanza nell’AGESCI avevano costruito un uomo dai saldi valori, pronto a incarnarli nel lavoro e nella vita familiare. Conobbe Agnese Pasquinelli, giovane docente di Rimini, e per amore si trasferì in quella che sarebbe diventata la sua città, entrando in servizio presso l’Ospedale Infermi quando questo ancora si trovava nella sua antica sede di via Tonini. Si specializzò in Ortopedia e Traumatologia e l’ortopedico fece per tutto il resto della sua carriera, ottenendo anche l’idoneità a primario, ma senza poi esercitare la professione in quel ruolo.
Era amato dai suoi pazienti, apprezzato per la sua cordialità e generosità, per l’abilità di comunicare in dialetto e pazientemente con chi ancora masticava poco l’italiano (e magari faticava a comprendere discorsi difficili sulla propria salute) e per la capacità di conversare dei più svariati argomenti con chi invece era dotato di una preparazione culturale più solida. Perché amava la musica lirica (era stato anche un discreto attore e cantante dilettante da giovane, tanto che gli era stato proposto di intraprendere la carriera di tenore), amava l’arte – anche per contagio della moglie appassionata di storia dell’arte e di viaggi – e la letteratura, compresa l’amata poesia dialettale (preferibilmente di ambiente cesenate, nella sua lingua madre originaria che aveva approfondito nel tempo), e seguiva con passione anche la politica, alla quale era stato educato fin da giovane nel vivace ambiente cesenate – lui, figlio e fratello di convinti repubblicani, con madre monarchica, cresciuto in mezzo ai Padri Filippini. Ma la sua predilezione andò sempre alla storia, probabilmente a causa della consapevolezza di aver vissuto nella sua infanzia e giovinezza eventi storici determinanti per il Novecento: avvertì sempre la stretta connessione tra la sua storia personale e la Grande Storia e per questo riempì la sua biblioteca di tanti libri di storia contemporanea.
Era stimato dai suoi colleghi per la sua affabilità, ma anche per la sua capacità di discutere con franchezza e nello stesso tempo di mediare laddove nella vita ospedaliera si fossero evidenziati screzi o addirittura conflitti, come spesso accadeva. Ad attestare tale stima rimangono le affettuose lettere dei colleghi giunte alla famiglia in occasione della sua morte.
Paola, Elena, Annamaria, Laura Magnani